Cosa cerchiamo?

C’è un verbo che mi sta accompagnando in questo primo periodo dell’anno a partire dalla festa dell’Epifania. È il verbo cercare: i Magi si sono rivelati come cercanti, uomini in ricerca dietro la stella. Ciascuno di noi, se ci pensiamo bene, è un essere cercante; tutti cercano qualcosa di più o meno grande, più o meno importante. Allora mi sono ritrovato a chiedermi che cosa cerco io e che cosa cercano le persone. Lontano dall’aver trovato una risposta voglio condividere con voi questa domanda: che cosa cerchiamo? Anche alla luce di alcuni avvenimenti di cronaca.

Il primo riguarda le numerose notizie di vandalismo che arrivano dai nostri centri e dalle nostre periferie: laddove ci sono nuove installazioni ecco qualche danno, laddove c’è qualche muro bianco ecco qualche scritta. A seguito di tutto questo ecco i commenti che passano dal “sono solo bravate di ragazzi” a “viziati che non sono altro” fino all’estremo di “dovrebbero prendere un po’ di bastonate”. Vorrei anche qui chiedermi che cosa cerca una persona che compie simili atti, quale grido e richiesta c’è dietro queste cose, se c’è. E soprattutto chi lo ascolta?

Sicuramente il periodo non aiuta, ci siamo ritrovati ad iniziare l’anno con un velo di timore e ansia per il numero di positivi al covid, specialmente tra i ragazzi e i bambini. Le normative hanno avuto una lieve modifica ma di fatto la popolazione l’ha presa come una sorta di semi lockdown, spopolando le vie delle nostre città e paesi e riducendo la partecipazione ad attività che non siano prettamente scolastiche. Di contro ci sono tanti che girano come se niente fosse, senza dispositivi di sicurezza e senza troppa attenzione. Cosa cerchiamo quando ci permettiamo di trasgredire le regole? Cosa cerca il no-vax o il no-mask perseguendo le sue scelte e le sue battaglie? Cosa cerca invece il genitore o l’educatore che senza troppi problemi chiude possibilità di incontro e socializzazione ai propri figli?

L’intenzione non è quella di formulare dei giudizi, ma di chiedersi che profondità e intensità hanno le nostre scelte dentro tutto questo, che cosa rivelano? Da cosa sono mosse? Hanno un bene di fondo o sono una semplice ideologia? Rivelano un malessere o un’ansia? Sono le voci di una chiusura interiore o di una comodità a cui non vogliamo rinunciare?

Penso che davanti a tutti questi interrogativi abbiamo il compito di aprire possibilità di ascolto e ciascuno può veramente fare la sua parte. Nella loro storia il CSI e gli oratori sono sempre stati un orecchio aperto sul disagio e il malessere delle persone, specialmente i più giovani, e penso che anche ora, facendo rete con tante realtà possano compiere questo grande compito. Certo occorre la fiducia di tutti e la partecipazione di molti, perché solo insieme possiamo affrontare le sfide che questo tempo ci pone e sentirci responsabili gli uni degli altri, vincendo l’ondata di scelte individualiste e di stili di vita chiusi su se stessi.

“Cercate di compiere il bene davanti a tutti gli uomini”! Rm 12