INCONTRO A TIRANO CON DON ALESSIO ALBERTINI

Il Comitato CSI di Sondrio e il GS CSI Tirano nell’ambito del Progetto Sport nei Parchi promosso dall’Assessorato allo Sport del Comune di Tirano in collaborazione con Sport e Salute S.p.A. e le associazioni sportive tiranesi, ha organizzato venerdì 10 marzo a Tirano (SO) un incontro con Don Alessio Albertini, assistente ecclesiastico nazionale del Centro Sportivo Italiano.

Un centinaio i partecipanti, tra cui il sindaco Franco Spada, l’assessore allo sport Stefano Portovenere, il parroco don Stefano Arcara, il vicario don Luca Giudice, l’assistente ecclesiastico del Comitato CSI di Sondrio don Nicola Schivalocchi, il coadiutore al Santuario della Madonna di Tirano don Ferruccio Citterio, a decretare l’interesse e l’apprezzamento per un incontro incentrato sul tema delle società sportive e delle famiglie come comunità educante.

Ad aprire la serata il presidente del GS CSI Tirano Gerardo Boselli che ha ricordato la visita di Don Alessio a Tirano in occasione del 50° anniversario della costituzione del sodalizio nel 2018.

Nel suo intervento l’assessore Portovenero ha ribadito gli obiettivi del progetto “sport nei parchi”: “promuovere lo sport di tutti per tutti, attraverso la promozione concreta dell’attività sportiva e serate di formazione per gli operatori sportivi”.

Don Alessio Albertini ha esordito esprimendo apprezzamento per l’iniziativa che intende condividere con tutti gli operatori sportivi ed educativi del territorio la fatica dell’educare i giovani in un periodo particolarmente difficile per tutti. “La capacità di essere operatori qualificati, tecnici preparati è un requisito indispensabile quando ci si rivolge ad attività di formazione – ha spiegato – gli adulti devono avere il coraggio di fermarsi, di sedersi con i ragazzi e di ascoltarli. Bisogna saper ascoltare e non preoccuparsi solo di parlare, presentare, considerare gli altri”. “Spesso noi abbiamo in testa quello che i ragazzi devono diventare, ma per loro questo diventa un vestito troppo stretto”. Poi una domanda provocatoria: “Un educatore deve essere un falegname o un giardiniere?  Nella metafora, l’educatore deve essere un giardiniere che dovrà occuparsi di quel seme secondo le indicazioni e la natura di quel medesimo seme perché educare significa accettare la vita di ciascuno, amarla e farla crescere”. Don Albertini ha portato l’esempio di grandi campioni dello sport: la sciatrice Sofia Goggia che in 23 giorni si è rimessa in piedi e ha insegnato il valore della fatica per arrivare a un risultato oppure i saltatori Barshim e Tamberi che ci hanno dimostrato che siamo fatti per le relazione e la generosità. La sintesi è stata che “in un contesto educativo bisogna fare squadra nel far capire ai ragazzi “cos’è la vita” perché poi ognuno possa trovare la sua risposta. E’ importante aiutare i ragazzi almeno a mettere a fuoco un punto di partenza”.

Due i consigli di Don Albertini: “dare il tempo necessario per crescere. E’ faticoso, ma necessario. Un educatore è un dispensatore di tempo e il suo atteggiamento dice “mi prendo cura di te”. Poi bisogna saper sorridere perché la vita merita di essere vissuta e bisogna trasmettere ai giovani la gioia, la consapevolezza, l’allegria e la voglia di vivere . Il sorriso è capace di far cambiare prospettiva”. Nel rapporto con i genitori ci sono due aspetti distinti ha spiegato Don Alessio: “gli adulti devono essere responsabili, motivati e consapevoli. Gli operatori delle società devono essere formati e devono avere ben chiaro il loro progetto educativo, i loro obiettivi e i loro metodi. In più, bisogna stabilire preventivamente un patto educativo tra educatori e famiglia, in cui siano dichiarati con chiarezza i termini dell’offerta educativa che si propone alla famiglia. Alla famiglia e solo a quella competerà poi il compito di scegliere ciò che ritiene più adeguato per la crescita del proprio figlio”.